Autostima: il cuore pulsante del nostro benessere
Ci sono parole che usiamo spesso, ma che raramente comprendiamo davvero. “Autostima” è una di queste. La sentiamo pronunciare di continuo, nei libri di psicologia, nei discorsi motivazionali, persino nelle conversazioni
quotidiane: “Devi avere più autostima”, “Mi manca l’autostima”, “È una questione di autostima”. Ma cos’è davvero, questa misteriosa sostanza che sembra determinare il nostro equilibrio interiore e la qualità delle nostre
relazioni? L’autostima non è un concetto astratto né un privilegio riservato a pochi. È, piuttosto, il cuore pulsante del nostro benessere, la linfa vitale che sostiene ogni nostra scelta, ogni gesto di cura, ogni passo che facciamo verso la vita. È quella voce silenziosa che ci accompagna ogni giorno e che, a seconda di come la nutriamo, può incoraggiarci o ferirci, sostenerci o sabotarci. Molti credono che avere autostima significhi piacersi sempre, sentirsi forti, sicuri, invincibili. In realtà, l’autostima non è un’armatura, ma una radice. Non è la negazione della fragilità, ma la capacità di restare in piedi anche quando ci sentiamo vulnerabili. Avere autostima non significa non cadere mai, ma sapere di potersi rialzare, di meritare amore e rispetto anche nei momenti in cui non siamo al nostro meglio. L’autostima nasce dal modo in cui impariamo a guardarci. Fin da piccoli, lo sguardo degli altri ci costruisce: lo sguardo dei genitori, degli insegnanti, delle persone che ci amano o che ci giudicano. Da quegli occhi impariamo chi crediamo di essere. Se quello sguardo è accogliente, impariamo la fiducia. Se è svalutante o distaccato, impariamo il dubbio. Crescendo, interiorizziamo quella voce esterna e la trasformiamo nel nostro dialogo interno. E così, a volte, continuiamo a parlare a noi stessi con le parole di chi ci ha feriti. Ma la buona notizia è che possiamo reimparare a guardarci con occhi nuovi. Possiamo riscrivere quel dialogo interiore e scegliere di diventare, finalmente, la voce che ci sostiene invece di quella che ci giudica. È un percorso di consapevolezza, di pazienza e di gentilezza, in cui impariamo a distinguere ciò che siamo davvero da ciò che ci è stato detto di essere. L’autostima non nasce da ciò che facciamo, ma da come ci percepiamo. Non è il risultato dei nostri successi, ma il riconoscimento del nostro valore anche quando falliamo. È la base invisibile su cui poggia la nostra salute mentale, le nostre relazioni, la nostra capacità di affrontare la vita. Quando è solida, ci permette di affrontare le difficoltà senza sentirci distrutti, di accogliere le critiche senza perderci, di amare senza paura di scomparire nell’altro. Eppure, viviamo in una società che spesso ci allontana da noi stessi. Ci insegna a misurare il nostro valore in base alla produttività, all’immagine, alla performance. Ci spinge a confondere l’essere con il fare, a credere che valiamo solo se riusciamo, se appariamo, se rispondiamo a determinati standard. In questo circolo vizioso, l’autostima si consuma: ci sentiamo inadeguati, mai abbastanza, costantemente in competizione con un ideale irraggiungibile. Ritrovare l’autostima significa tornare al centro. Significa riconoscere che il nostro valore non dipende da quanto siamo perfetti, ma da quanto siamo autentici. Significa imparare ad ascoltarci senza giudizio, a perdonarci, a sostenerci come si fa con qualcuno che si ama. Significa, soprattutto, imparare a dire “sì” a noi stessi, anche quando il mondo ci dice “no”. L’autostima è il cuore pulsante del nostro benessere perché influenza tutto: la capacità di amare e di essere amati, il modo in cui affrontiamo le sfide, il modo in cui viviamo le emozioni e persino la qualità del nostro corpo. Quando ci sentiamo indegni, il corpo si chiude, respiriamo in modo contratto, ci difendiamo. Quando ci sentiamo degni, invece, il corpo si apre, il respiro si espande, la vita scorre. È come se l’autostima non fosse solo una condizione mentale, ma anche un movimento fisico, una vibrazione sottile che attraversa tutto il nostro essere. Spesso mi capita di dire che l’autostima è una forma d’amore: l’amore più difficile, quello verso se stessi. Non è narcisismo, non è egoismo, non è superbia. È l’arte di riconoscersi degni di cura, di spazio, di rispetto. È la capacità di non tradirsi per compiacere, di non perdersi per essere accettati, di non chiedere scusa per esistere. È guardarsi con tenerezza anche nei momenti di incertezza, perché sappiamo che, nonostante tutto, stiamo facendo del nostro meglio. A volte la nostra autostima vacilla, e va bene così. È viva, respira, cresce con noi. Non dobbiamo pretendere di sentirci sempre forti: ciò che conta è non abbandonare la relazione con noi stessi. Quando ci perdiamo, possiamo tornare a parlarci con gentilezza, come si fa con un’amica che ha bisogno di essere ascoltata. Possiamo dirci: “Va bene, anche oggi ho fatto quello che potevo”. E già questo è un atto di cura, un modo per riprendere contatto con il nostro valore. Forse il segreto dell’autostima è tutto qui: imparare a restare accanto a se stessi, in ogni fase della vita. Sapere che non dobbiamo essere perfetti per meritarci amore, che non dobbiamo avere tutto sotto controllo per essere degni di rispetto. Sapere che dentro di noi esiste qualcosa che resta integro, anche quando il resto vacilla: la certezza di avere valore solo perché esistiamo.

La me che riflette
L’autostima non è un punto d’arrivo, ma un viaggio che dura tutta la vita.È come un battito: a volte forte, a volte impercettibile, ma sempre presente. Quando impariamo ad ascoltarlo, a riconoscerne il ritmo, capiamo che il nostro benessere non dipende dalle conferme esterne, ma da come scegliamo di stare con noi stessi. Riconoscersi degni è un atto rivoluzionario. È scegliere di essere il proprio porto sicuro, di diventare quella voce interna che accoglie invece di giudicare, che sostiene invece di ferire. È comprendere che il vero amore comincia da dentro, e che solo imparando ad amarci possiamo davvero amare il mondo intorno a noi. L’autostima è il cuore pulsante del nostro benessere perché ci restituisce a noi stessi. Ci ricorda che non siamo errori da correggere, ma esseri umani da comprendere. E che ogni volta che scegliamo di guardarci con gentilezza, il cuore, proprio come un fiore che si riapre al sole, ricomincia a battere al ritmo della vita.





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